Al cuore del Cristianesimo c’è un incontro. Finché quest’incontro non avviene non c’è Cristianesimo, non c’è fede cristiana, ma solo abitudine, c’è solo una pratica religiosa tesa a rassicurare la coscienza o alla ricerca di un benessere psichico, ma non fede cristiana. Quando, però, quest’incontro avviene segna una svolta, un cambiamento radicale: c’è un prima e un dopo, una discontinuità dove il «dopo» non è causato dalla vita di «prima», non scaturisce da essa, ma è qualcosa di totalmente e inspiegabilmente nuovo, e questo nuovo «non sai di dove viene» perché «è nato dallo Spirito» (Gv 3,8). L’incontro che sta all’origine della tua fede è quello tra te e Gesù Risorto, Gesù vivente, che duemila anni fa, in quella notte dopo il sabato, uscì dal sepolcro per vivere in eterno, fino ad oggi, fino alla fine dei tempi. Oggi lo puoi incontrare. Oggi, se senti la sua voce, non indurire il tuo cuore (cf. Eb 3,8), ma lascia che Lui entri in te. Oggi puoi rinascere dall’alto (Gv 3,3), puoi ricominciare tutto e cancellare il passato; fagli spazio nella tua vita: se c’è tenebra in te Egli porterà la luce, perché Egli è la luce del mondo (Gv 8,12), se sei smarrito, nel dubbio, nell’ombra della morte apriti a Lui, perché Egli è la via, la verità e la vita (Gv 14,6), se il tuo cuore è ridotto a «terra deserta, arida e senz’acqua» (Sal 63,2) invoca Gesù ed Egli ti darà il suo Spirito, che sarà in te come una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna (cf. Gv 4,14), se ti senti oppresso dal peccato, riconosci i tuoi peccati ed Egli, che è fedele e giusto, perdonerà i tuoi peccati e ti purificherà da ogni colpa (cf. 1Gv 1,9), se il tuo cuore è triste fino alla morte lasciati incontrare da Gesù, perché saprà darti una gioia che nessuno ti potrà togliere (cf. Gv 16,23)… La Pasqua cristiana non è un rito che celebra il passato. Essa è piuttosto un rinnovato incontro tra te e Gesù Risorto, una nuova nascita della tua fede; come fu per i discepoli dopo il tradimento, il rinnegamento e la fuga, quando il pastore fu percosso e le sue pecore andarono disperse: anche per loro la fede nacque a Pasqua come qualcosa di nuovo, di mai visto prima, quando incontrarono il Risorto, chi al sepolcro, chi sulla via per Emmaus, chi nel Cenacolo, chi insieme a cinquecento fratelli in una sola volta (cf. 1Cor 15,6). Questa fede non esisteva prima, nella loro vita di prima, anche se già credevano in Gesù, in qualche modo: anche se avevano conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conoscono più così (cf. 2Cor 5,16). Ora vivono con Lui un’intimità nuova, prima addirittura impensabile, perché dopo la Pasqua Gesù non è più solo con loro (cf. Mt 28,20), ma in loro (cf. Col 1,27) grazie al suo Spirito, che la sera stessa di Pasqua Egli soffia su di loro (cf. Gv 20,22). È la fede che nasce a Pasqua quella che non verrà mai meno nei discepoli, neppure di fronte al martirio. Questa fede nuova, nata dallo Spirito e non dalla carne, cambia la vita dei discepoli, fa di loro dei testimoni e degli evangelizzatori; solo a questo punto Gesù risorto può dire loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura» (Mc 16, 15). La Pasqua è la sorgente della tua fede e della tua missione nella Chiesa: è incontrando il Risorto che diventi testimone ed evangelizzatore. È in questa intimità nuova con Gesù risorto, in questo dialogo con Lui, ininterrotto nel tuo cuore, che Gesù può darti ogni giorno la forza di adempiere la tua missione nella Sua Chiesa, qualunque missione sia; è in questo dialogo interiore tra te e Lui, che egli può rinvigorirti, illuminarti sulle scelte da fare, consolarti nelle tribolazioni e dirti: «Coraggio! Non aver paura, ma continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male» (cf. At 18,9-10). In questi 50 giorni, che culmineranno nella Pentecoste, Gesù ti chiede di lasciarti incontrare. Ha bisogno di te per evangelizzare il mondo, ma soprattutto vuole evangelizzare te: tu gli stai a cuore, sei prezioso per lui, ti vuole dare questa buona notizia: «Con la mia morte ho vinto la morte ed Io, risuscitato dai morti, non muoio più, la morte non ha più alcun potere su di me (cf. Rm 6,9): se mi lasci abitare in te, lo Spirito che ha risuscitato me dai morti darà la vita anche al tuo corpo mortale (cf. Rm 8, 10-11); vieni, servo buono e fedele, prendi parte alla gioia del tuo Signore, rallegrati con me, perché il tuo nome è scritto nei Cieli». Buona Pasqua.
Postato da: ursim
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